Turbolenze![]()
Cosa accade, esattamente, quando il vento incontra un ostacolo? cosa sono e come si propagano le turbolenze?
a queste domande ha risposto uno studio. Eccone i dettagli ...
Qui sotto vi può vedere l'andamento del vento su un dosso "regolare ideale" (Sin(x)) alto 50m.
Nel grafico che vedi l'area calda rappresenta un alto valore della velocità istantanea del flusso, e dà l'andamento dello sviluppo della turbolenza. Notare che la scala delle x è di circa 1 : 10 e che l'unità di misura sono i metri.
Come potete notare l'andamento delle turbolenze è ciclico e molto caotico, ragion per cui volare un kite in una zona del genere è sempre da evitarsi.
C'è da dire che questa simulazione approssima come qualsiasi modello matematico, con una certa precisione, il vero problema delle turbolenze, ma ci dà una sufficiente idea generale. Di certo stimola parecchio la riflessione vedere come evolve questo fenomeno rispetto a quello che ci si immagina. Infatti basti pensare che questa simulazione parte dal presupposto che il dosso che genera la turbolenza fosse sinusoidale regolare e che né sopra né sottovento ci fossero altri ostacoli, oltre che il flusso fosse, alla sorgente, regolare. Nella vita reale queste condizioni sono più che rare, quindi occorre valutare che a peggiorare le cose possano aggiungersi molto facilmente altre condizioni a contorno. La teoria ci dice che un ostacolo (nel caso di quest'esempio un dosso regolare di 50m) produce zone di turbolenza sottovento per 7X (sette volte) la sua altezza (nell'esempio a circa 350 m di distanza). Da notare, è questa l'insidia più frequente, che SOPRAVENTO per 3X (tre volte) l'altezza dell'ostacolo (in questo esempio 150m prima del dosso) si crea una zona di turbolenza importante. Un kiter esperto quindi eviterà (e consiglierà di evitare) di decollare o atterrare un kite in prossimità di ostacoli visto che possono generare turbolenze, considerato il fatto che il terreno stesso ne genera già diverse e che questo spesso, in condizioni di vento leggero, può mettere in crisi la dinamica di volo di un kite mal trimmato... Questa è l'unica ragione per la quale è sempre meglio decollare ed atterrare i kite lato mare, per il semplice fatto che da quel lato si trova meno turbolenza e non, come spesso si sente in spiaggia, per altre ragioni. Diffondiamo quanto possibile questi concetti a chi inizia perché, anche se sono oggetto di introduzione standard nei corsi kite IKO, spesso sono poco "visualizzati" da chi si approccia per la prima volta al nostro sport e bada sempre più alla "smania" della prima planata più che al resto. Turbolenze da 1 milione di dollari...
Per chi vuole ampliare ulteriormente la cosa, proponiamo qui sotto un trailer di un seminario che affronta in modo esaustivo (Gianni Pagnini, consigliato) un'approfondimento dal punto di vista fisico e matematico, reperibile a questo link
L'argomento è molto importante quindi in tutti gli ambienti, tipicamente italiani, di coste con grandi dislivelli sul mare, in presenza di complessi e ampie costruzioni, nei laghi o per chi fa snowkite. Fare quindi tesoro di questi concetti per massimizzare la sicurezza, sempre.
LA SENTENZA
"E' inutile che sali sulle punte per reggerlo alto... Meno anemometri, più esperienza e conoscenza."
La turbolenza è la madre degli effetti gradiente e la ragione principale della inutilità di usare un anenometro nel posto sbagliato... Lo vedremo nei prossimi articoli ;) Ti è servito questo articolo? c'è altro che ritieni opportuno aggiungere? scrivilo qui sotto nei commenti. Agostino Martino, NewKiteZone (RC) IKO Level 2 Senior, Master COACH IKO
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